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domenica 12 giugno 2016

IL TEATRO IN RUSSIA

L'Opera italiana in Russia



L'opera lirica si affermò in Russia nel XVIII secolo grazie alle compagnie teatrali italiane che eseguivano opere in lingua italiana. Per un lungo periodo nei teatri d'opera della Russia si eseguì dunque soprattutto opera italiana.

Palazzo di Petrodvoretz - Peterhoff con i suoi splendidi interni e giochi d'acqua nel parco, residenza estiva degli zar

Nata in Italia verso la fine del XVI secolo, l'opera si diffuse in tutta Europa e raggiunse la Russia nel 1731, quando Augusto II il Forte, re di Polonia ed elettore di Sassonia inviò la sua compagnia teatrale italiana, che operava a Dresda (sede dell'elettorato), al servizio dell'imperatrice russa Anna per la celebrazione della sua incoronazione a Mosca.


La prima opera messa in scena in Russia fu il Calandro di Giovanni Alberto Ristori (1692-1753), data a Mosca nel 1731) sotto la direzione del compositore stesso e del padreTommaso Ristori e con l'impiego di tredici attori e nuovi cantanti (tra i quali Ludovica Seyfried, Margherita Ermini e Rosalia Fantasia).


Da questo momento in poi tutti le compagnie operistiche italiani furono ben accolto in Russia dall'imperatrice e dalla sua corte. Nel 1735 una grande compagnia italiana guidata dal compositore Francesco Araja fu invitata per la prima volta a lavorare a San Pietroburgo. La prima opera che presentarono fu La forza dell'amore e dell'odio di Araja sui versi di Francesco Prata e fu data l'8 febbraio (29 gennaio secondo il calendario giuliano) e nel 1736 come Sila lyubvi i nenavisti. Le due successive produzioni di Araja furono le opere serie Il finto Nino overo La Semiramide riconosciuta, su libretto di Francesco Silvani e rappresentata il 9 febbraio 1737 (28 gennaio) a San Pietroburgo, e l'Artaserse di Pietro Metastasio, messa in scena il 9 febbraio (28 gennaio) 1738 nella medesima città. Araja trascorse circa 25 anni in Russia e scrisse circa 14 opere la corte russa.


Nel 1742 in relazione alle celebrazioni per l'incoronazione ad imperatrice di Elizaveta Petrovna, fu rappresentato a Mosca il Tito Vespasiano (La clemenza di Tito) di Johann Adolf Hasse (1699-1783). Un nuovo teatro fu costruito per questo evento. Nel 1743 al Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo, invece della piccola sala delle Comedie et opere, fu costruito un nuovo Teatro dell'Opera (progettato dall'architetto italiano Bartolomeo Rastrelli) e il quale poteva tenere circa un centinaio di persone.
Il 7 maggio (26 aprile) 1744 fu dato il Seleuco di Araja, un'opera seria del librettista Giuseppe Bonecchi, che fu data il 7 maggio (26 aprile) 1744 a Mosca come parte delle doppie celebrazioni per l'anniversario dell'incoronazione dell'imperatrice Elisabetta e per la conclusione del trattato di pace con la Svezia.

La rappresentazione del Bellerofonte di Araja, sempre basato sul testo di Bonecchi, (9 dicembre (28 novembre 1750 a San Pietroburgo) fu degna di nota per la partecipazione del cantante russo Mark Poltoratsk, che cantò nella parte di Atamante.
La prima opera scritta in russo fu Tsefal i Prokris (Cefalo e Procri, su libretto di Alexander Sumarokov), rappresentata a San Pietroburgo il 7 marzo (27 febbraio 1755).
La seconda opera basata su un testo russo fu Alceste, messa in scena il 1758 (sempre basata su un testo di Sumarokov), su musica del compositore tedesco Hermann Raupach (1728-1778), anch'esso attivo presso la corte imperiale. Raupach trascorse 18 anni in Russia e morì a San Pietroburgo nel 1778.
Questi tentativi non erano tuttavia ancora la creazione originale della futura opera nazionale russa, bensì solamente un calco di modelli italiani e francesi.
L'opera russa, in lingua russa e basata su modelli culturali e formali autoctoni, nacque nell'Ottocento con Glinka e si sviluppò nella seconda metà del secolo raggiungendo il proprio apice con Musorgskij, Borodin,Čajkovskij, Rimskij-Korsakov. Nel XX secolo i suoi massimi esponenti furono Stravinskij, Prokof'ev e 
Šostakovič.


Dalle origini ai primi teatri

Nella Mosca di oggi esistono circa 150 teatri che coprono tutti i generi, dal classico e famoso teatro Bolšoj, tempio della danza e opera lirica, ai teatri d’operetta, filodrammatici, concertistici, di danza, per non parlare dei teatri di marionette e per i bambini. Ma come siamo arrivati a questo?
Nella Russia medioevale non si conosceva la tradizione greca della tragedia o della commedia, ma un’antica forma d’intrattenimento la possiamo ritrovare nel ciclo di affreschi presso la Torre Sud della Cattedrale di Santa Sofia di Kiev (1037). Oltre alle scene delle gare equestri dell’ippodromo di Costantinopoli e di caccia imperiale a cavallo, troviamo le figure degli skomorokhi, acrobati danzanti e musicisti con antichi strumenti musicali. Questi artisti poliedrici erano inoltre cantanti, domatori di orsi ed autori di piccoli pieces a carattere comico di gusto popolare che presentavano al pubblico durante i giorni di mercato o i festeggiamenti religiosi, soprattutto nei periodi di Carnevale e di Pasqua. Il vestirsi con abiti particolari, simile a dei giullari, l’indossare una maschera grottesca erano latori di antichi rituali pagani; perciò furono mal tollerati dalle autorità ecclesiastiche, e solo con l’editto dello zar Aleksej Michailovič del 1648 gli spettacoli furono aboliti.


Pur ripudiando questo tipo di spettacoli, è grazie allo stesso zar che si ebbero i primi tentativi di creare un teatro sul modello occidentale, presso il Cremlino di Mosca. Dell’organizzazione di questo teatro si occupò Artamon Matveev, un boiardo di orientamento filo-occidentale. È al suo ordine che il pastore del quartiere tedesco di Mosca Johann Gottfried Gregori scrisse una pièce sulla storia di Ester e reclutato gli attori tra i poveri della città. Il debutto fu il 17 ottobre 1672, lo spettacolo durò 10 ore e lo zar rimase entusiasta, ma al termine, tutta la corte si recò in banya per effettuare abluzioni per lavare via il peccato per aver visto uno spettacolo considerato per quei tempi indecente. Nonostante l’incidente iniziale, l’esperimento teatrale terminò solo quattro anni dopo, con la morte dello zar. Negli anni successivi, si diffonde la moda di organizzare spettacoli teatrali presso le case o le ville dei nobili; nasce così, nel XVIII secolo circa, il fenomeno dei teatri con attori servi della gleba. Solo a Mosca, alla fine del Settecento, c’erano circa quindici di questi teatri privati, dotati di orchestre, cantanti, danzatori, attori e attrici. Da questo ambiente sono nati numerosi grandi attori russi, come Mikhail Shchepkin o Praskovja Zhemchugova, l’attrice e soprano dei conti Sheremetev, divenuta dopo la moglie del conte Nikolaj Petrovič Sheremetev. Nel loro repertorio troviamo le pièce di autori europei, sopratutto francesi ed italiani e, solo successivamente, si avranno le prime opere di autori russi. Tra gli autori italiani, ricordiamo i compositori Niccolò Piccini e Giovanni Paisiello. Di questi teatri si sono conservati solo pochissimi esempi; i più famosi sono il teatro dei conti Sheremetev presso la villa di Ostankino a Mosca e, recentemente tornato all’antico fasto il cosi detto teatro Gonzaga presso la villa Jusupov a pochi chilometri da Mosca.


Merita una menzione i cosi detti attori servi della gleba. Seppur talentuosi e di apprezzato riconoscimento, essi erano vittime dei loro padroni che ne disponevano a loro piacimento. La loro vita non era lunga e spesso aveva la fine tragica, come riscontriamo dalle tracce letterarie ottocentesche de la Gazza Ladra di Herzen (1848) o Il vero artista o L'artista del toupet di Nikolaj Semënovič Leskov (1883).

Fëdor Grigor'evič Volkov. Dipinto di Anton Losenko.



Nella prima metà del Settecento, per tutta la Russia viaggiavano molte compagnie teatrali europee; in oltre esercitavano piccole equipe amatoriali e private e piccole compagnie scolastiche, seppur le notizie sono scarse e poco attendibili. Il primo teatro professionale russo aperto al grande pubblico, nacque nella città di Jaroslavl’ a circa 280 km. da Mosca, grazie al suo fondatore Fëdor Volkov, considerato a tutti gli effetti il primo attore russo. Per la sua struttura e per l’organizzazione, per la pianta stabile sia della compagnia sia del repertorio, per l’impianto scenografico e quello economico, fu considerato un vero teatro nel senso moderno della parola. Gli attori professionisti, tutti russi, qui, recitavano nella loro lingua. Anche il pubblico non era più un pubblico d’elite, legato al benestare del proprietario, ma lo spettacolo era accessibile a tutti coloro che potevano permettersi il biglietto. Volkov, figlio di un mercante, con la partecipazione di fratelli e amici, realizzò Il suo primo spettacoloEster di Jean Racine tradotto dal francese e rappresentato nel luglio del 1750. Nell’anno successivo, sulla riva del Volga, Volkov costruisce il suo teatro, presentando una tragedia russa, scritta da Sumarokov. La fama di Volkov e del suo teatro, raggiunse ben presto la capitale: l’imperatrice volle a se gli attori ed essi furono tanto apprezzati che non fecero ritorno al loro teatro. Nella città di Jaroslavl’, comunque, rimane la memoria del celebre attore, nonché drammaturgo, nel nome del teatro principale e dell’istituto teatrale.





Grazie all'editto dell’imperatrice Elisabetta di Russia del 30 agosto 1756, per l’impianto a San Pietroburgo del primo teatro russo (ora Aleksandrinskij), si dette il via per la costruzione e l’istituzione dei teatri imperiali. Anche la troupe di Volkov, ne fece parte. Successivamente, altre equipe, sotto l’egida dei teatri imperiali, furono radunate e addirittura fondate. Grazie all’editto le parti femminili furono affidate, per la prima volta in Russia, a donne. Le prime attrici furono Maria e Olga Anagniny e Agrafena Musina-Puskina future mogli di attori del gruppo di Jaroslavl’. 
Nel 1756, si hanno notizie, a Mosca, di un teatro presso l’Università sotto la guida di letterato Kheraskov. Dopo il successo riscosso a San Pietroburgo nel 1757, il teatro dell’opera italiana di Locatelli fu organizzato anche a Mosca ed esisteva fino al 1762. Successivamente, ci fu aperto il cosi detto Teatro russo, guidato agli inizi dell’anno 1770 da Belmonti e Cinti. Su invito di Caterina II nel 1776, arriva in russia Giovanni Paisiello, nominato poi compositore di corte. Successivamente, con la compagnia di Antonio Casassi, giunge in Russia anche il musicista Caterino Cavos, vero fautore dello sviluppo della lirica in Russia.

Al posto del vecchio palazzo di Pietro il Grande a San Pietroburgo, su commissione dell’imperatrice Caterina II, l’architetto Giacomo Quarenghi costruisce il teatro dell’Ermitage in stile neoclassico (1782-85). Si racconta che l’imperatrice rimase contenta perché, da ogni punto della sala poteva scorgere i presenti, curiosando sulle loro toilettes. La disposizione semi circolare delle sedie, infatti, rievoca il modello classico dei teatri greci. Le pareti e le colonne sono decorate tipo finto marmo policromo e nelle nicchie furono poste le statue di Apollo, protettore delle arti, e delle nove muse. La prima stagione teatrale (1785) fu aperta con l’opera comica Il mugnaio, il mago, l’ingannatore ed il sensale. A volte, era l’imperatrice stessa a scrivere le opere per il suo teatro, la musica scritta da compositori come Domenico Cimarosa, le scenografie curate da Pietro Gonzaga. In questi spettacoli amatoriali presso la corte, spesso erano i nobili a recitare insieme alle giovani alunne dell’istituto Smol’nyj per le fanciulle nobili, primo istituto di educazione femminile in Russia, fondato nel 1764.

I TEATRI DELLA RUSSIA

Il teatro di Mariinskij


Il teatro di Mariinskij di San Pietroburgo è il più grande teatro di opera e balletto in Russia, uno dei più antichi teatri musicali del paese. Il teatro si trova a San Pietroburgo, Piazza del Teatro e la sua ricca storia è legata ai nomi di eminenti uomini della cultura e dell'arte russa. Costruito da Cavos nel 1859 è il massimo teatro della città per l'opera e la danza. Ha tenuto a battesimo i capolavori di tutti i grandi compositori russi dell'800, ha visto passare sul podio le bacchette più celebri del mondo e danzare i più famosi ballerini.





Al momento della sua costruzione il teatro si chiamava Bolshoj (Grande) o Kamenny (di Pietra) che è stato istituito nel 1783. In un edificio moderno (ricostruito dopo l'incendio), il teatro esiste dal 1860. E' solo dall'8 ottobre del 1860 che porta il nome di Mariinskij, cioè Maria, (moglie dell'imperatore Alessandro II). L'auditorium è stato progettato per 1.625 posti. Nel 1920, il Teatro Mariinskij fu rinominato il Teatro Accademico di Stato dell'Opera e del Balletto. In epoca sovietica era conosciuto in tutto il mondo con il nome di Kirov ma oggi è tornato al suo nome originale Mariinskij.


Il teatro di Bol'šoj



Il Teatro Bol'šoj, ovvero Il Grande Teatro, nome ufficiale Gosudarstvennyj akademičeskij Bol'šoj teatr Rossijskoj Federacii, in russo: Государственный дважды ордена Ленина академический Большой театр Российской Федерации, ovvero "Nazionale di doppio ordine di Lenin Gran Teatro accademico della Federazione Russa") è uno storico centro teatrale di Mosca, in cui vengono allestiti balletti, opere e spettacoli teatrali: il teatro è associato ad una compagnia di danza, il Bol'šoj Ballet.
Il Teatro Bol'šoj è uno dei più celebri e blasonati templi del balletto classico mondiale.


Il teatro sorge nello stesso luogo dove sorgeva il teatro Petrovskij che era stato inaugurato nel 1780 e che fu incendiato nel 1805. Nel 1819 fu bandito un concorso per il progetto del nuovo teatro; la competizione fu vinta da Andrej Michajlov. Tuttavia il suo progetto fu ritenuto essere troppo costoso, di conseguenza il governatore di Mosca Dmitrij Vladimirovič Golicyn incaricò l'architetto Giuseppe Bove di modificarlo. I lavori del nuovo progetto cominciarono nel 1820 ed il nuovo Gran (Bol'šoj) Teatro Petrovskij fu inaugurato il 18 gennaio 1825 con il balletto Cendrillon di Fernando Sor.
Fino a circa il 1840 il teatro presentava unicamente opere russe. Nel 1853 un incendio causò gravi danni alla struttura, che fu riaperta nel 1856. L'interno fu realizzato su disegno dell'architetto italo-russo Alberto Cavos (1853-1856).





L'edificio storico del teatro è stato chiuso per restauri dal 2005 con l'obiettivo di riportare la struttura agli antichi splendori precomunisti. Durante l'epoca di Stalin infatti erano stati eliminati i lampadari, gli stucchi e tutto quanto potesse evocare il lusso del periodo zarista. Inoltre il teatro fu trasformato anche in sede di riunioni e congressi di partito con strutture che ne avevano compromesso l'acustica. La cerimonia di inaugurazione era fissata per il 28 ottobre 2011.

Il teatro è raffigurato sulla banconota da 100 rubli. Il teatro viene nominato in numerosi film tra cui il concerto


Il teatro Aleksandrinskij


Il Teatro Aleksandrinskij, in russo Александринский театр, è un famoso teatro di San Pietroburgo, sito nella piazza Ostrovskij. Fu fondato per decreto dell’imperatrice Elisabetta (figlia di Pietro il Grande e di Caterina I di Russia), progettato da Carlo Rossi e costruito nel 1832. Vi si rappresentano spettacoli di autori classici russi e stranieri.
Dal diciottesimo all'inizio del ventesimo secolo e' stato il teatro imperiale principale. Fu costruito nel 1832 da un progetto dell'architetto Karl Rossi nel cuore della Prospekt Nevsky. La costruzione fu denominata "Teatro di Aleksandrinskij" in onore della sposa dell'imperatore Nikolay primo, Alexandra Fedorovna e da allora il nome del teatro e' stato limitato strettamente alla storia dell'arte di quella fase storica.
Un insieme unico di costruzioni con una sala enorme denominata "sala dei 5 cerchi", uno degli emblemi della sfarzosità russa. Le pareti sono affrescate e ricordano le maggiori figure pubbliche del tempo (politici, uomini militari, artisti, ecc.).



Teatro Aleksandrinskij

Le produzioni andate in scena al teatro Aleksandrinskij sono catalogate in tutte le enciclopedie del mondo del teatro. Gli artisti celebri come A. Benua e K. Korovin e compositori famosi come A. Glazunov e D. Shostakovich hanno cooperato con questo teatro.
All'interno del teatro c'e' una collezione unica di abbozzi della decorazione, di costumi e di mobilia, raccolta durante tutti i secoli di attività. Durante tutto il 2005 e il 2006 il teatro ha subito una ricostruzione generale, con conseguente restauro delle parti interne della costruzione.





giovedì 9 giugno 2016


Pëtr Il'ič Čajkovskij



"...Sono sicuro che nelle mie opere appaio come Dio mi ha fatto e così come sono diventato attraverso l'azione del tempo, della mia nazionalità ed educazione. Non sono mai stato falso con me stesso. Quello che sono, buono o cattivo, lo debbono giudicare gli altri..."


Čajkovskij in una lettera a Sergej Ivanovič Taneev del 14 (26) gennaio 1891




Figlio di un ingegnere minerario e di una buona pianista dilettante di origine francese, che lo iniziò ancora fanciullo alla musica, ebbe le prime lezioni di pianoforte a sette anni. Nel 1850 si trasferì con la famiglia a San Pietroburgo, dove, per volere del padre, s'iscrisse alla scuola di diritto. Nel 1859 ebbe un impiego al ministero della giustizia; ma ben presto sentì il disagio di un'attività troppo lontana dalle sue attitudini artistiche e l'abbandonò per dedicarsi totolmente alla musica. 




Mikhail Glinka
Nicolai e Anton Rubinstein






















Nel 1861 cominciò a frequentare i corsi della Società musicale russa, studiando teoria con N. I. Zaremba, pianoforte con H. Stiehl, composizione con A. G. Rubinstein; nel frattempo, non potendo più fare affidamento sull'aiuto del padre, che aveva subito dei rovesci finanziari, si manteneva impartendo lezioni private. L'ambiente musicale in cui Čajkovskij s'inserì era dominato da Glinka e Aleksandr Sergeevič Dargomyžskij; soprattutto a quest'ultimo, assai aperto ha suggestioni di tipo cosmopolita, si volse inizialmente l'attenzione del giovane compositore, le cui prime opere (overture in fa, 1865; Scherzo alla russa e sonata in do diesis minore per pianoforte, 1865 - 67) si muovono nell'ambito stilistico della musica più apprezzata dalla borghesia russa dell'epoca.

L'instanbilità interiore e le vicende biografiche

Nel 1855, in un'epidemia di colera, Čajkovskij aveva perduto la madre, alla quale era profondamente attaccato. Questo dramma, e le privazioni economiche cui fu successivamente costretto, accentuarono il senso di instabilità psicologica che già era in lui un tratto costante. A causa anche dell'influsso di un giovane poeta conosciuto alla scuola di diritto, Čajkovskij cominciò a credersi perseguitato da un malefico destino: forma morbosa di vittimismo che assunse in qualche caso gli aspetti di una autentica mania di persecuzione, e che è una delle componenti del suo quadro psicologico, destinata a influenzare il suo stesso mondo fantastico ed espressivo.

Nel 1865 si congedò dal conservatorio di San Pietroburgo musicando l'Ode alla gioia di Schiller; la cantata ottenne un premio e critiche favorevoli. Nello stesso anno N. G. Rubistein, direttore del Conservatorio di Mosca, gli assegnò la cattedra di armonia, incarico che Čajkovskij mantenne per dieci anni e grazie al quale poté inserirsi definitivamente nell'ambiente musicale e artistico della città.
Nonostante alcuni attestati di stima, i rapporti di Čajkovskij con il cosiddetto Gruppo dei Cinque furono tesi e spesso polemici, specialmente con chi, come Modest Petrovič Musorgskij, aveva più radicato il senso del nazionalismo musicale e rifiutava il cosmopolitismo della borghesia salottiera moscovita, la cui Čajkovskij era attratto.

Nel 1868 conobbe la cantante belga Désirée Artôt: ma la relazione che ne nacque ebbe presto fine, mettendo drammaticamente a nudo l'insormontabile omosessualità del musicista.



Désirée Artôt-Padilla

A questo travagliato periodo sentimentale seguì una fase di particolare fervore creativo in cui Čajkovskij compose, fra l'altro, il poema sinfonico Il Destino (1868), L'overture Romeo e Giulietta (1869, 2.a versione 1880), la Seconda sinfonia ("Piccola Russia", 1872) e la Terza sinfonia ("Polacca", 1875), il Quartetto op.11 (1871), il Concerto in Si b minore per pianoforte e orchestra (1875).

Freschezza, eleganza, eccellenza tecnica caratterizzano le creazioni di questo periodo insieme a una mancata tendenza alla risoluzione malinconica, già orientata ad orientarsi in visione del mondo.

Nel 1876, Čajkovskij si recò Bayreuth, la "città santa" del wagnerismo, tappa d'obbligo di tutti i musicisti del tempo.
Nel 1877 si lascio convincere a un'unione matrimoniale: ma poche settimane dopo aveva già abbandonato la moglie,  Antonina Ivanovna Miljukova, alunna del conservatorio e sua fantastica ammiratrice. 


Čajkovskij e Miliukova.
Proprio in quel periodo Čajkovskij entrò in rapporti (mai concretatesi, per altro, in una conoscenza personale) con la ricca vedova Nadezda von Meck


                                                         Lo Schiaccianoci op. 71 (suite)

Composto nel 1891, tratto dall'omonimo racconto di Hoffmann, il balletto Schiaccianoci andò in scena al Teatro Marijnski di Pietroburgo il 18 dicembre 1892. Nel marzo dello stesso anno, però era stata eseguita la suite orchestrale tratta da esso, che Čajkovskij in persona aveva diretto con enorme successo. La ricchissima orchestra si compone di ottavino, 3 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, piatti, triangolo, tamburo basco, Glockenspiel, arpa, archi e celesta (uno strumento appena                                                             inventato e praticamente sconosciuto).

      - Overture mp3                  - Danza cinese mp3
      - Marcia mp3                      - Danza degli zufoli mp3           Rundunk - Sinfonie - Orchester Berlin
      - Trepak mp3                      - Valzer dei fiori mp3                                    Heinz Rögner
      - Danza araba mp3

La Bella addormentata op. 66 (suite)

Scritto nel 1889 su commissione dei Teatri Imperiali, il balletto in questione - ispirato alla fiaba di Perrault - andò in scena al Teatro Marijnski di Pietroburgo il 15 gennaio 1890, con scarso successo. L'organico orchestrale prevede ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 cornette, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, 3 timpani, grancassa, piatti, tam-tam, tamburo militare, tamburello, triangolo, Glockenspiel, castagnette, arpa, archi (con violino solista).


      - Introduzione mp3
      - Marcia mp3                                          Rundunk - Sinfonie - Orchester Berlin
      - Scena danzante mp3                                               Heinz Rögner
      - Valzer mp3 
      - Pas des Quatre


Il lago dei cigni op. 20 (suite)

Opera d'esordio di Čajkovskij nel genere ballettistico, dopo una prima esecuzione di scarso successo al teatro Bolšoj di Mosca il 4 marzo 1877, il lago dei cigni si impose negli anni come prototipo di un nuovo modo di intendere la musica coreografica, decisamente sinfonico.
L'organico orchestrale è identico a quello della suite precedente.
   
        - Introduzione
        - Valzer
        - Pas de deux
        - Danza ungherese
        - Danza spagnola
        - Danza napoletana
        - Finale                                                                  
"Swan Lake" ballet
The composition of Pyotr Ilyich Tchaikovsky (1840-1893)
Odette/Odile: Olga Esina
Prinz Siegfried: Vladimir Shishov
Rothbart: Eno Peci
Vienna State Opera Ballet 2014













martedì 7 giugno 2016

Ol'ga Peretjat'ko


Ol'ga Aleksandrovna Peretjat'ko (Ольга Александровна Перетятько; San Pietroburgo, 21 maggio 1980) è un soprano russo.



La conosciamo per essere stata presentata nel mondo come la nuova Netrebko. Olga ha mosso i primi passi nel mondo della musica a 15 anni, nel coro infantile del Teatro Marinskij lo stesso teatro di formazione della sua "rivale" artistica. Inizia e completa il corso per conseguire il titolo di maestro di coro e successivamente si iscrive e si perfeziona in canto alla Hanns Eisler-Hochschule für Musik di Berlino. Ha ottenuto ottimi piazzamenti in diversi concorsi internazionali, tra cui il secondo posto al concorso Operalia del 2007, concorso organizzato da Placido Domingo, e recentemente la cantante russa ha ottenuto il prestigioso premio Franco Abbiati della Critica Musicale Italiana


Tra il 2005 ed il 2007 ha fatto parte dello staff dell'Opera di Amburgo. In seguito si è esibita presso alcune delle maggiori istituzioni mondiali, tra cui la Deutsche Oper di Berlino, la Staatsoper Berlin, la Bayerische Staatsoper, il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, La Fenice di Venezia, al Rossini Opera Festival di Pesaro, e al Festival La Folle journée di Nantes.
Olga Peretyatko guadagnato l'attenzione internazionale come Rossignol di Stravinsky nella acclamata produzione di Robert Lepage che ha debuttato a Toronto nel 2009, poi presentato al Festival Internazionale  d'Art lyrique d'Aix nel 2010 e successivamente all'Opéra di Lione, la Brooklyn Academy of Music di New York e Paesi Bassi Opera di Amsterdam.






Ha raggiunto un grande successo nel suo ruolo debutta come Adina in L'elisir d'amore a Lille, come Lucia di Lammermoor al Teatro Massimo di Palermo, come Gilda in Rigoletto alla Fenice di Venezia, così come al Festival di Avenches. Nel 2011 , Olga Peretyatko ha debuttato con successo come Giulietta in I Capuleti e I Montecchi a Lione, Parigi. A Losanna ha fatto il suo debutto nel ruolo del titolo di Handel Alcina, e ad Amsterdam ha avuto il suo debutto nel ruolo di Fiorilla ne Il Turco in Italia. Sostituendo una sua collega, all'ultimo minuto, la sua performance di Adina in L'elisir d'amore durante la Pfingstfestspiele a Baden-Baden è stata elogiata, come nel suo debutto alla Deutsche Oper di Berlino con Lucia di Lammermoor. Olga Peretyatko ha ricevuto il più alto consensi al Rossini Opera Festival di Pesaro, come Matilde di Shabran in estate 2012, una produzione pubblicata in DVD per DECCA.




“Mi piace interpretare Violetta o Lucia di Lammermoor”

afferma la soprano russa per un intervista concessa a Pierluigi Panza il 26 febbraio 2015

“Se mi sento italiana lo devo a lui...mio marito: Michele Mariotti







Nel 2013 e 2014, gli impegni di Olga Peretyatko comprese le Settimane Mozart, Festival di Salisburgo (Giunia a  Lucio Silla ), debutta al Teatro dell'Opera di Vienna, Opernhaus di Zurigo (Rigoletto), il Berlin State Opera e La Scala di Milano (Marfa  in Die  Zarenbraut ), e spettacoli al Deutsche Oper di Berlino (Adina in  l'elisir  d'amore ), la Staatsoper di Amburgo (Adina ne  l'Elisir  d'amore , Zerbinetta in  Ariadne auf Naxos), e il suo debutto di successo al Metropolitan Opera di new York (Elvira in   Puritani ). Lei è anche tornando al Festival di Aix-en-Provence e al Bavarian State Opera di Monaco di Baviera come Fiorilla (Il Turco in Italia ), e Amenaide in  Tancredi  a Mosca (concerto),  L'Elisir  d'amore  al Teatro San Carlo di Napoli, e un tour in Cina con l'Orchestre Symphonique de Montréal esecuzione di Strauss Quattro ultime canzoni. Olga Peretyatko si è esibita per più di 600.000 persone a Le Concert de Paris, il 14 luglio 2014 per le celebrazioni presa della Bastiglia, dalla Torre Eiffel.


Matrimonio tra Michele Mariotti e Olga Peretyatko

Nel 2015, Olga Peretyatko ha debuttato con scalpore come Violetta in La Traviata all'Opéra di Losanna, seguita da una nuova produzione dello stesso titolo al Festspielhaus di Baden-Baden. Si torna alla Staatsoper di Vienna per I Puritani , alla Scala di Milano per di Rossini Otello , al Metropolitan Opera di New York per Rigoletto , insieme al debutto al Teatro Regio di Torino nel I Puritani , al Tivoli di Copenhagen e al la Monnaie di Bruxelles in l'Elisir d'amore e al Teatro Real di Madrid nel Rigoletto.
Debutti successivi sono in programma per le ore all'Opéra Bastille di Parigi, Royal Opera House di Covent Garden, New National Theatre di Tokyo, San Francisco Opera, e l'Opéra de Monte-Carlo.





IL REPERTORIO OPERISTICO
                                                     

Oltre alla sua carriera operistica, Olga Peretyatko esibisce regolarmente in recital e concerti in tutto il mondo.
Ha un contratto in esclusiva con la Sony Classical. Il suo primo CD da solista La Bellezza del Canto con arie di Rossini, Verdi, Donizetti, Massenet e Puccini è stato rilasciato nel 2011, e la sua seconda registrazione Arabesque è stato rilasciato nel 2013, sia per successo di critica.
Il suo terzo album, Rossini!, Interamente dedicata a Gioacchino Rossini, è stato rilasciato nel 2015.
È sposata dal 2012 con il direttore d'orchestra Michele Mariotti.




- "Non si dà follia maggiore" da Il Turco in Italia di G. Rossini pdf
- "Je veux vivre" da Romeo e Giulietta C. Gounod pdf
- "Ah, fors'è lui...sempre libera" da La Traviata di G. Verdi pdf
- "Chi il bel sogno di Doretta" da La Rondine di G. Puccini pdf

Gallery - Olga Peretyatko